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Donare potenza di calcolo per combattere il Covid-19. La sfida di Folding@home

Donare come gesto d’amore e responsabilità. E se vi dicessimo che è possibile donare capacità di calcolo per saperne di più sul Covid-19? Già, è possibile. Con Folding@home, un progetto che utilizza il calcolo distribuito per studiare l’origine di diverse malattie, tra cui il cancro, l’Ebola e l’Alzheimer ma anche fenomeni quali il ripiegamento delle proteine, la progettazione di farmaci e altri tipi di dinamiche molecolari.

Folding@home usa la potenza di calcolo inutilizzata di migliaia di PC di proprietà di volontari, che hanno deciso di installare e di eseguire un apposito software sul proprio computer. Il suo scopo principale è quello di determinare i meccanismi di ripiegamento delle proteine, che è il processo mediante il quale le proteine raggiungono la loro struttura tridimensionale finale e di esaminare le cause che portano ad errati ripiegamenti delle stesse.
Da febbraio del 2020 Folding@home ha rivolto la sua attenzione al Covid-19 e più di 200.000 persone in tutto il mondo hanno donato la loro capacità di calcolo per una causa importante come la pandemia.

Bisogna specificare che questa collaborazione globale è la prima risorsa di calcolo largamente distribuita. Tecnicamente si tratta di un supercomputer in grado di fare un quintilione di calcoli al secondo, che sta generando set di dati di dimensioni senza precedenti, e che Folding@home sta mettendo a disposizione dei ricercatori di tutto il mondo attraverso il “Registro di Open Data su Amazon Web Services”.

Le nostre simulazioni sono essenzialmente un numero enorme di immagini di ciò a cui una proteina assomiglia – commenta il direttore del progetto Greg Bowman -. È per questo che abbiamo bisogno di una così elevata quantità di potenza di calcolo ed è il motivo per cui stiamo rendendo i dati disponibili nel cloud di Aws. Abbiamo bisogno del maggior numero possibile di cervelli che lavorino su di esso in parallelo, al fine di raccoglierne i frutti.”

Il risultato

Grazie al Cloud è possibile accedere alle informazioni e scaricarle rapidamente. Basti pensare che Folding@home ha prodotto più di 100.000 volte di dati sul virus da Covid-19 rispetto a quelli creati tipicamente per altri studi di simulazione e prima che Folding@home rendesse questi dati disponibili sul “Registro degli Open Data di AWS”, accedervi era incredibilmente dispendioso e complesso, viste le dimensioni dei file. Spesso tutto ciò richiedeva l’invio di hard disk fisici per condividere un set di dati.
Il programma, infatti, mira a democratizzare l’accesso ai dati rendendoli disponibili per l’analisi su AWS, a sviluppare nuove tecniche che riducano il costo del lavoro con i dati e a incoraggiare lo sviluppo di comunità che beneficiano dell’accesso a set di dati condivisi. 

Stiamo attivamente utilizzando questi dati per la scoperta di nuovi farmaci – dichiara Greg Bowman – Abbiamo prodotti in fase di test e speriamo di sviluppare un nuovo studio clinico nei prossimi sei mesi. Abbiamo dato il via a questo progetto per rispondere ad alcune domande di ricerca di base, e la risposta finora ha completamente superato le nostre aspettative.”

Author

Valentina

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